Buone pratiche per la PA: #1 valorizzare il potenziale interno

Noi di Comuni-Chiamo crediamo che nella Pubblica Amministrazione l’innovazione possa avvenire, ma solo se si accompagnano le persone verso e attraverso il cambiamento. Come può un Comune sviluppare un approccio costruttivo nei confronti dell’innovazione? Per rispondere a questa domanda, abbiamo raccolto una serie di buone pratiche che la PA può adottare per facilitare il processo di trasformazione interna. Il primo consiglio è quello di far emergere e valorizzare il potenziale interno. 

Partire dalle risorse che già ci sono all’interno della PA è il miglior modo per avviare il cambiamento senza forzature. In questo modo aumenta anche la soddisfazione delle persone che lavorano negli enti, le quali si sentono ascoltate e tenute in considerazione. 

Valorizzare il potenziale interno: la curiosità

Passare da una cultura del lavoro restìa al cambiamento e meccanica ad una aperta e consapevole sembra una sfida enorme. Eppure, esistono modalità e strumenti molto semplici che aiutano ad affrontare il cambiamento in modo più naturale, giorno dopo giorno. 

Una caratteristica che abbiamo individuato in tutti i Comuni interessati ad innovare è una diffusa curiosità verso il nuovo. Le persone all’interno di questi enti non accolgono le novità ad occhi chiusi, ma le guardano con interesse: vogliono capire.

La curiosità è il primo e fondamentale elemento necessario per innovare, l’atteggiamento ideale di fronte alle sfide che le novità pongono. Guardare senza pregiudizi a tutto ciò che è nuovo è importante, come lo è sviluppare la capacità di valutare criticamente i pro e i contro delle singole novità. 

Frase "Stay curious", "Sii curioso/a"

Analizzando il flusso di idee in diversi enti, è emerso che molte di queste idee rimangono inespresse. Spesso e volentieri, questi spunti non vengono sottoposti ai/alle superiori. È un peccato, perché loro sono le persone che dovrebbero valutarli e che, quindi, potrebbero farli “accadere”.

I motivi per cui le idee non vengono condivise sono tanti e diversi. L’unica cosa certa è che, in questo modo, l’organizzazione sta sprecando occasioni per migliorarsi.

Per risolvere questo problema, il nostro consiglio è di organizzare, all’interno dell’ente, incontri periodici focalizzati esclusivamente sul far emergere idee e spunti di cambiamento.

Esiste un modo ancora più efficace per valorizzare il potenziale interno nella PA e far sì che le idee emerse non rimangano “solo parole”. È buona cosa responsabilizzare le persone, chiedendo loro di valutare i pro e i contro delle idee che hanno espresso e spingerle ad immaginare attività che possano aumentare i benefici e ridurre rischi e costi.

Schermata in cui vengono riassunte alcune buone pratiche per la PA secondo Comuni-Chiamo

Abbandonare alcune pericolose credenze per innovare

Se portate avanti con convinzione e costanza, queste azioni consentono di trarre il meglio dalle persone che fanno parte della PA. Valorizzare la curiosità, la condivisione delle idee e la progettualità consente anche di abbandonare pian piano alcune credenze che limitano l’innovazione e il cambiamento

Passiamo in rassegna alcune di queste pericolose convinzioni.

  • Finché qualcosa funziona non è il caso di metterci mano. Questo approccio porta ad uno progressivo indebolimento dell’energia creativa di un’organizzazione. Inoltre, fa aumentare in modo esponenziale il costo del recupero del “terreno perso” quando la situazione diventa insostenibile.
  • Un’idea è buona o è cattiva. La bontà di una soluzione dipende in larga misura da come viene implementata, da cosa è stato fatto per limitare gli svantaggi e aumentare i benefici, dalla previsione dei possibili scenari che si possono verificare ecc. Spostare la discussione dall’idea al progetto permette di trasformare idee buone in idee brillanti e di evitare che l’implementazione di idee mediocri si trasformi in fallimento.

Foto di un bambino che guarda attraverso un cannocchiale

  • Solo le persone al vertice devono prendere decisioni sui cambiamenti. Il fatto che una decisione debba essere presa da una persona non significa che chi le sta accanto non possa contribuire a migliorarne la qualità o l’impatto futuro. Calare le iniziative dall’alto è il modo meno efficace per promuovere il cambiamento, ed è uno dei motivi per cui molte iniziative falliscono. Chi ha ruoli decisionali deve chiedersi: come posso coinvolgere in modo costruttivo le persone con cui collaboro e che, spesso, sono quelle più a contatto col problema che cerchiamo di risolvere?
 

In tutte le organizzazioni esistono idee e conoscenze che possono diventare preziose: bisogna “solo” creare le condizioni in cui esse possano emergere ed essere valorizzate.

Anziché rifiutare o temere il cambiamento, bisogna ascoltare le idee che emergono negli enti, analizzarle insieme alle persone coinvolte, esporre dubbi e consigli per arrivare così a un progetto innovativo su misura, capace di valorizzare tutte le potenzialità dell’organizzazione. 

Se anche tu hai voglia di innovare, contattaci! Risponderemo ad ogni tua domanda, dubbio o perplessità.