Il design accessibile fa bene a tutti. Intervista a Danila Bigazzi, grafica e UI/UX designer

il lavoro sull'accessibilità di Danila Bigazzi, grafica e ui-ux designer di Comuni-Chiamo

Il design accessibile è solo design, il design non accessibile è cattivo design” ha detto Daniele Tabellini del Dipartimento Trasformazione Digitale durante l’evento “La Legge Stanca 20 anni dopo”. È una frase che ben sintetizza l’approccio di Danila Bigazzi, grafica e UI/UX designer di Comuni-Chiamo. 

Ormai lo sapete, per la nostra azienda quello dell’accessibilità è un tema importante (sul nostro blog ne parliamo da un po’). Qualche giorno fa abbiamo pubblicato l’intervista a Laís Kantor Caserta, la nostra consulente per l’accessibilità. Oggi continuiamo il percorso di esplorazione del “dietro le quinte” dell’accessibilità di Comuni-Chiamo facendo due chiacchiere proprio con Danila, il cui lavoro è fondamentale per garantire l’accessibilità dei nostri applicativi. 

Un’importante competenza trasversale (da tenere aggiornata)

Che cos’è l’accessibilità dal punto di vista di chi si occupa di grafica? È un requisito obbligatorio per tutti?

L’accessibilità non è più “una cosa che fanno quelli bravi”. È un elemento indispensabile, se si vuole creare cose di qualità. Non a caso, nella versione 4 dell’European e-Competence Framework (e-CF), che classifica le competenze per le professionalità del settore dell’informazione e della comunicazione (ICT), l’accessibilità figura tra le competenze trasversali, accanto a sicurezza e privacy. 

Questo significa che tutti gli addetti ai lavori dovrebbero avere competenze base di accessibilità nel proprio settore. Tutti i membri del team di progetto e sviluppo dovrebbero curare gli aspetti legati all’accessibilità, ciascuno secondo le proprie competenze. E i prodotti dovrebbero essere concepiti come accessibili fin dalla loro nascita: solo così si può produrre qualcosa di cui beneficerà davvero il maggior numero di persone possibile. Rimane comunque necessaria la figura di un esperto che guidi e corregga gli altri: non a caso, in Comuni-Chiamo ci affidiamo a Laís.

Per quanto riguarda i vincoli veri e propri, nell’Unione Europea il documento di riferimento è l’European Accessibility Act, approvato nel 2019 e recepito dall’Italia nel 2022. Secondo queste indicazioni, la Pubblica amministrazione e le aziende con fatturato medio superiore ai 500 milioni di euro sono obbligate a garantire che i loro prodotti e servizi siano accessibili secondo i requisiti disciplinati. Dal 28 giugno 2025 l’obbligo sarà esteso a tutti gli operatori economici.

UX e UI, che significa? UX sta per User Experience, esperienza utente, e indica il modo in cui l’utente interagisce con un prodotto o servizio. L’UI (User Interface, interfaccia utente), è invece la forma con cui quel prodotto o servizio si presenta all’utente. In quanto UI-UX designer, quindi, Danila Bigazzi si occupa di progettare e implementare entrambi gli aspetti di tutti i nostri applicativi.

In tema di accessibilità, però, a quanto ne so la tua sensibilità si è formata presto. Quando hai cominciato a interessarti al tema e perché?

Anni fa ho lavorato come collaboratrice esterna per CINECA, occupandomi di ridisegnare alcuni prodotti destinati alle università. Tra i vincoli che dovevo rispettare c’era quello del contrasto colore tra testo e sfondo. Sembrerà banale, ma è un aspetto che fino a quel momento non avevo mai preso in considerazione. 

Poco dopo ho iniziato a lavorare in Comuni-Chiamo, dove il tema dell’accessibilità era già molto sentito e profondamente legato alla qualità del prodotto. Soprattutto grazie al preziosissimo lavoro di Jacopo Solmi, che ha contribuito a far nascere Comuni-Chiamo e ha lavorato a lungo con noi. C’era già la volontà di offrire uno strumento utile e bello, ma anche fruibile da più persone possibile. L’incontro con questo nuovo atteggiamento ha modificato molto il mio modo di lavorare e di concepire qualsiasi design. Se qualcosa è solo esteticamente gradevole ma non è alla portata di tutti, per me non è sufficiente.

Hai seguito o hai in programma di seguire corsi di formazione sull’accessibilità? 

Non ho fatto corsi di formazione specifici, ma ho seguito e seguo più conferenze possibili.  Cerco di partecipare a quelle specifiche sul tema, come ad esempio gli Accessibility Days e tutte le iniziative seguite dall’associazione che li organizza.  

Seguo anche molte conferenze tecniche su altre tematiche della mia professionalità (UI/UX design) che includono nel programma interventi specifici sull’accessibilità.

L’accessibilità fa bene a tutti (sì, anche a te)

Per i non addetti ai lavori, l’accessibilità rischia di essere un concetto vago, astratto e lontano dalla propria quotidianità. Per gli addetti ai lavori, invece, potrebbe sembrare un aspetto trascurabile e noioso, che a volte pone anche dei vincoli fastidiosi. Ma a cosa serve, e a chi è davvero utile l’accessibilità?

Nel 2021, durante una conferenza di UX che seguivo online in piena pandemia, ho sentito dire che “a chiunque, in qualsiasi momento, potrebbe capitare di non poter usare tutte le proprie abilità, anche solo temporaneamente”. Sembrerà banale, ma effettivamente basta avere un dito rotto, tenere in braccio un bambino oppure essere operati per la miopia. È in casi come questi che ci si accorge di come alcune azioni che svolgiamo ogni giorno non sono affatto scontate. 

Come tecnici, non dovremmo solo produrre cose che funzionano, ma cose che funzionano bene e che rendono più facile la vita delle persone. Imparare a scrivere meglio il codice o rinunciare a un testo bianco su sfondo arancione non è difficile. La parte più complicata è cambiare mentalità, modificare il proprio approccio alla questione. Se progettiamo senza escludere nessuno, ci guadagniamo tutti!

il nostro sviluppatore Davide scrive sulla tastiera del suo portatile con la mano destra, mentre col braccio sinistro sorregge Oreo, la sua cagnolina di taglia piccola
A dimostrazione del fatto che in qualsiasi momento ciascuno di noi potrebbe trovarsi nelle condizioni di non usare le proprie abilità al 100%: ecco uno dei nostri programmatori, Davide, che cerca di lavorare ed essere un buon padrone allo stesso tempo… Si scherza, ovviamente, ma resta il fatto che prodotti e servizi accessibili migliorano la vita di chiunque.

Lavorare sull’accessibilità: il punto di vista di una grafica e UI/UX designer

In che cosa consiste di preciso il tuo lavoro sull’accessibilità in Comuni-Chiamo? Potresti fare qualche esempio pratico?

In Comuni-Chiamo mi occupo principalmente delle interfacce. Dal punto di vista dell’accessibilità questo significa che devo assicurarmi che le interfacce siano navigabili con la tastiera e con lo screen reader in tutte le loro parti. Devo far sì che l’ordine dei contenuti letti e navigati sia coerente e comprensibile per le persone che non possono vederli e che le funzioni siano chiare e comprensibili anche per chi è poco abituato a usare gli strumenti informatici. 

Stiamo cercando di rendere sempre più semplice il processo di invio delle segnalazioni, prestando particolare attenzione ai punti che possono causare più difficoltà, come ad esempio la geolocalizzazione dei problemi da segnalare. Infatti, non sempre l’utente può vedere e cliccare su una mappa nel punto desiderato. Per noi è importante fare il possibile per dare la possibilità a tutti i cittadini e le cittadine di contribuire a migliorare la comunità in cui vivono. Questo tipo di lavoro richiede cura e attenzione, ed è sicuramente necessario prendersi tutto il tempo possibile per ottenere un risultato eccellente.

Ci sono delle regole o linee guida ufficiali da seguire per garantire l’accessibilità online? Ci sono altre buone pratiche che sei solita tenere a mente?

Le linee guida di riferimento per tutti sono le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG), attualmente alla versione 2.2 rilasciata a fine 2023 (qui tradotte in italiano). 

Per il resto, in generale il tema dell’inclusività mi è molto caro anche a livello personale. Cerco di rimanere sempre aggiornata e di tenere a mente i principi generali che apprendo per applicarli quando disegno. Mettersi nei panni di chi userà quello che si fa e sforzarsi di immaginare quali aspetti potrebbero essere migliorativi e quali creare un ostacolo è un esercizio che consiglierei non solo a livello lavorativo, ma anche umano.

Quali strumenti usi per validare e controllare il tuo lavoro?

Il mio lavoro prevede sia fasi di progettazione che di implementazione. Durante il design uso soprattutto Colour Contrast Analyser (CCA), che mi aiuta a controllare che il contrasto tra testi e sfondi consenta una leggibilità ottimale

Dopo l’implementazione delle pagine web, durante la quale seguo i principi che ho appreso in questi anni, faccio dei test con VoiceOver, lo screen reader di Apple. Verifico che le pagine siano navigabili correttamente con la tastiera e uso diversi strumenti di analisi per browser (come ad esempio ​​Siteimprove, Axe o Lighthouse) per considerare tutti gli aspetti che possono essermi sfuggiti durante i test. Ovviamente, mi è indispensabile poter fare riferimento a una figura esperta come Laís, con cui confrontarmi nei casi più complessi e per validare le soluzioni che ho adottato.


Quello che Danila fa quotidianamente è fondamentale per garantire l’accessibilità di Comuni-Chiamo (oltre che la bellezza e la funzionalità degli applicativi). Per questo, dare spazio al suo lavoro ci sembrava importante. Di accessibilità però parleremo ancora: la prossima volta ne parleremo con il “team IT”, il nostro reparto tecnico il cui lavoro è, forse, ancora più “misterioso” e nascosto. Ma a dir poco fondamentale.

Nel frattempo, se le nostre soluzioni per i Comuni ti incuriosiscono o hai qualche domanda da farci, non esitare: contattaci subito compilando il form qui sotto! 🙂