“L’accessibilità è un atto di civiltà”: intervista con Laís Kantor Caserta, consulente per l’accessibilità
Nel nostro ultimo articolo avevamo fatto il punto sulla situazione di Comuni-Chiamo in tema di accessibilità. Forse è utile ricordare che, in generale, l’accessibilità è definita come la caratteristica di un dispositivo, di un servizio, di una risorsa o di un ambiente di essere fruibile con facilità da una qualsiasi tipologia d’utente. Per un approfondimento sul tema invitiamo a leggere questo articolo del nostro blog.
Per il nostro team, l’obiettivo di quest’anno è rilasciare le dichiarazioni di accessibilità dei nostri applicativi e renderli tutti completamente accessibili. Come accennato, in questo processo è fondamentale l’aiuto di Laís Kantor Caserta, che dal 2023 collabora con noi in qualità di consulente per l’accessibilità. L’abbiamo intervistata per provare a capire qualcosa in più su questo tema e sul suo lavoro.
Laís ha studiato design, ha un master in creatività pubblicitaria ed è laureata in pedagogia. “Continuerei a studiare sempre!”, dice, e la certificazione IAAP (International Association of Accessibility Professionals) che ha conseguito di recente lo dimostra.
Progettare e costruire per tutti
Da quanto ti occupi di accessibilità? Perché questo tema è importante, e a chi “fa bene”?
Ho scoperto l’accessibilità nel 2015: non ricordo di averne mai sentito parlare prima. Lavoravo in consulenza e quell’anno è uscito il toolkit di Microsoft per l’Inclusive Design, che mi ha colpito molto. Dal 2016 al 2019 ho collaborato alla realizzazione dei WUD (World Usability Days) a Milano. È stato un’esperienza molto formativa, sia per il contenuto degli interventi in sé sia per la qualità del lavoro svolto dietro le quinte, durante il quale abbiamo cercato di raggiungere il massimo grado di inclusività.
Penso che l’accessibilità sia un vero e proprio atto di civiltà: siamo tutti diversi e la tecnologia dovrebbe aiutare, non ostacolare. L’accessibilità fa bene a tutti, perché ciascuno di noi potrebbe trovarsi in una situazione in cui la robustezza del design e del sistema è d’aiuto. Sono convinta che dovrebbe esserci una conoscenza più diffusa sul tema. Quando si progetta un prodotto o un servizio è importante includere tutti, perché solo così possiamo garantire un’ampia partecipazione attiva nel mondo. Mi auguro che questo tema trovi sempre più spazio nelle scuole e nei corsi di design.
Quali indicazioni ufficiali e buone pratiche vanno seguite per garantire l’accessibilità online?
Ce ne sono molte! A ottobre 2023 per esempio è uscita l’ultima versione delle WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), le linee guida per l’accessibilità dei contenuti web, un punto di riferimento del settore.
In generale, direi che gli aspetti più importanti da tenere a mente sono:
- colori che offrono sufficiente contrasto;
- struttura dei contenuti (hierarchia);
- navigazione chiara (so dove mi trovo e capisco dove andare);
- stato focus-visible;
- possibilità di navigare da tastiera;
- responsività di tutti gli elementi in ogni situazione (devo riuscire a navigare anche con 200 di zoom).
Il lavoro con Comuni-Chiamo, verso la piena accessibilità
In cosa consiste il tuo lavoro con Comuni-Chiamo? E…come eravamo messi quando hai iniziato a lavorare con noi, se paragonati ad altre realtà con cui hai lavorato?
La vostra situazione di partenza era davvero buona, sopra la media. In Comuni-Chiamo c’era già consapevolezza sul tema, e molti di questi aspetti erano già tenuti in considerazione. Non ho trovato grossi problemi, ho lavorato sui dettagli.
Il mio lavoro consiste in una revisione manuale di tutto quello che è stato fatto finora. Uso un dispositivo diverso in base all’applicativo che devo testare: computer, iPhone e smartphone Android. Per ogni applicativo faccio una prima una revisione, scorro le pagine e ne studio funzionamento, contrasti, zoom, ecc. Poi faccio la navigazione con gli screen reader, i software di lettura dello schermo usati di solito dalle persone cieche o ipovedenti per navigare sul web. Nello specifico uso VoiceOver (Apple) e TalkBack (Android): sono sistemi già integrati nei device che permettono di navigare ascoltando ogni parte della pagina. Sicuramente non sono brava a usarli come una persona non vedente che è abituata a farlo sempre, ma questi test mi aiutano a verificare se la struttura e gli elementi della pagina sono accessibili.
Che strumenti usi per revisionare l’accessibilità dei nostri applicativi?
Per una prima revisione generale ho usato Lighthouse di Google. Per le app iOS c’è VoiceOver, lo screen reader di Apple, per quelle Android sfrutto TalkBack.
Per le pagine web abbiamo uno strumento che semplifica l’aggiunta dei commenti: Markup. Con questo posso aggiungere i commenti direttamente in un punto preciso della pagina per segnalare eventuali problemi. Posso menzionare i colleghi per approfondire quanto necessario e, alla fine, segnare il problema come risolto.
Potresti fare degli esempi pratici di uno o due problemi di accessibilità che hai riscontrato in Comuni-Chiamo e che hai corretto?
Me ne ricordo un paio: nell’app Android, in modalità scura (dark mode), alcuni elementi non avevano il giusto livello di contrasto. Oppure c’erano alcune pagine che non funzionavano correttamente in orizzontale. Sono cose semplici che però magari non vengono in mente quando si progetta.
La tua madrelingua non è l’italiano. Questo ti rende le cose più difficili? Da un certo punto di vista penso che potrebbe essere un vantaggio, perché ti permette di valutare da “fuori” il livello di comprensibilità dei testi che incontri. Come ti comporti di solito con i testi? Fanno parte delle cose che tieni in considerazione durante le revisioni?
Non avevo mai pensato a questo aspetto! Sì, in parte controllo anche i testi. Li leggo e penso che se sono chiari per me probabilmente sono chiari per gli altri (proprio perché non sono madrelingua).
Devo dire che tutti i testi di Comuni-Chiamo sono fatti molto bene. In particolare credo che la vostra Privacy Policy sia la più chiara che abbia mai visto. L’ho spesso usata come riferimento ed esempio di “best practice”.
A costo di peccare di vanità, di fronte alle parole di Laís non riusciamo a trattenere un sorriso soddisfatto. Il lavoro da fare è ancora tanto ma, pare, la direzione è quella giusta. Se la tua organizzazione ha bisogno di gestire segnalazioni e reclami in modo più efficace e sta cercando un partner attento al tema dell’accessibilità, beh…non ti resta che contattarci per saperne di più! 🙂