La provincia di Bolzano parla in lingua facile

Qui in Comuni-Chiamo crediamo che innovazione significhi anche ricerca costante. Cerchiamo sempre nuovi stimoli e spunti, e questa volta li abbiamo trovati assistendo ad alcuni incontri di uxday, la prima conferenza italiana dedicata alla User Experience, nelle sue varie declinazioni. Il 10 giugno scorso, per esempio, Stefano Minoia ha parlato di accessibilità ed esperienza utente. Tra le altre cose, dal suo discorso abbiamo imparato che l’accessibilità – online e offline – passa anche per la cosiddetta lingua facile e che, in questo, la provincia autonoma di Bolzano ha molto da insegnarci.
Accessibilità e usabilità
Partiamo definendo di cosa stiamo parlando. Negli ambienti digitali, l’accessibilità è la disciplina che studia come creare contenuti, progettare e sviluppare interfacce utilizzabili anche da persone con disabilità. Il concetto vale ovviamente anche per la “vita offline” – pensiamo per esempio alle barriere architettoniche – ma, vista la nostra natura, oggi ci concentriamo sull’accessibilità in ambito digitale.
Secondo Steve Krug, l’usabilità è ciò che permette ad una persona con capacità nella media – o sotto la media – di capire come si usa una cosa per raggiungere uno scopo senza dover risolvere più problemi di quanto valga la pena. Insomma, una cosa usabile è una cosa facile da imparare, efficace ed efficiente.

Standard di accessibilità, normative e PA
In Europa, lo standard per l’accessibilità digitale si chiama EN 301 549 e, in larga misura, riprende le linee guida del World Wide Web Consortium (W3C) sull’accessibilità dei contenuti. L’obiettivo generale di queste indicazioni è garantire alle persone con disabilità un’esperienza utente equivalente a quella delle persone senza disabilità. Questa è un’ottima notizia per chiunque, non solo per i portatori e le portatrici di disabilità – siano esse permanenti e temporanee. Infatti, alcuni studi hanno dimostrato che progettare o sviluppare interfacce per le persone con disabilità permanenti migliora l’esperienza utente di chiunque, anche delle persone senza disabilità.
A livello internazionale esistono altre linee guida, ma quella europea è quella che dà forma alla normativa italiana in tema di accessibilità digitale. E che detta gli obblighi di vari settori della società, compresa la Pubblica Amministrazione (PA). Allo stato attuale, infatti, tutte le Pubbliche Amministrazioni italiane devono rispettare lo standard europeo sull’accessibilità. Dal 28 giugno questo dovere vale anche per le aziende con più di 500 milioni di euro di fatturato, mentre dal giugno del 2025 riguarderà tutte le aziende.
Non stiamo parlando quindi di un tema “accessorio” o secondario, ma di un obbligo legale, di un aspetto centrale nella vita di milioni di persone. Se è vero che il futuro sarà sempre più digitale, è bene pensare a come rendere questo futuro disponibile e valido per tutti.

Disabilità: non una, ma tante e diverse
Nel mondo, le persone con disabilità sono circa 1 miliardo, un numero equivalente al 15% della popolazione globale. In Italia ci sono 3 milioni e 150mila persone con disabilità, cioè il 5,2% della popolazione (dati ISTAT 2019). Ma “disabilità” vuol dire tante cose, è una parola che racchiude esperienze anche molto diverse tra loro, e che non di rado si sovrappongono. Di solito, le disabilità si dividono in:
- fisiche – persone con forza limitata o limitata capacità di fare movimenti fini o con mobilità ridotta;
- visive – persone cieche, con visione limitata o con percezione del colore alterata o nulla;
- uditive – persone sorde o con capacità uditive limitate;
- vocali – persone mute o con capacità vocali limitate;
- cognitive – persone con capacità cognitive limitate, disturbi dell’apprendimento e difficoltà linguistiche.
Per quanto riguarda l’accesso ai contenuti digitali, ogni persona disabile ha bisogni diversi. Tutte queste necessità vanno tenute in considerazione in fase di progettazione, sviluppo e implementazione di servizi, strumenti e contenuti digitali. Inoltre, progettare insieme alle persone con disabilità permette di avere un riscontro reale e rapido sulle soluzioni ideate.

Le informazioni in lingua facile della provincia di Bolzano
La virtuosa iniziativa della provincia autonoma di Bolzano punta a rendere accessibili alle persone con disabilità cognitive alcune informazioni importanti.
In generale, le persone con disabilità cognitive hanno bisogno di:
- contenuti strutturati;
- linguaggio semplice e frasi brevi;
- caratteri grandi;
- frasi attive, con poche negazioni e in cui siano usate forme verbali semplici (indicativo presente);
- contesto in evidenza.
Tutto questo si trova nella parte del sito istituzionale della provincia di Bolzano scritta in lingua facile. Le informazioni in lingua facile includono una presentazione del Presidente Arno Kompatscher e alcune informazioni generali sull’Alto Adige. C’è poi una pagina dedicata ad informazioni più specifiche su varie tematiche utili alla cittadinanza (salute, mobilità, lavoro ecc.).
Questi contenuti sono stati scritti da OKAY, l’ufficio per la lingua facile dell’associazione Lebenshilfe di Bolzano. Il gruppo di lettori e lettrici che ha controllato i testi includeva persone con disabilità cognitive. A questo link si può approfondire il concetto di lingua facile e il lavoro che OKAY svolge.

Noi di Comuni-Chiamo siamo rimasti proprio colpiti da ciò che la provincia di Bolzano ha fatto. È un’iniziativa davvero virtuosa, sintomo di reale volontà di includere la propria cittadinanza. Insomma, un enorme passo verso la piena accessibilità dei contenuti relativi alla Pubblica Amministrazione e alla vita pubblica da parte delle persone con disabilità cognitive (e non).
Lingua difficile, lingua semplice, lingua facile
Nella pagina di informazioni in lingua facile c’è scritto che “I testi in lingua facile sono un riassunto dei testi in lingua difficile”. Questi ultimi “sono molto precisi e hanno valore legale”. La cosiddetta lingua difficile può essere per esempio quella istituzionale, legale, burocratica, letteraria.
Ma non è necessario avere disabilità cognitive per faticare a comprendere i testi in lingua difficile. Infatti per varie ragioni, alcune persone hanno difficoltà a capire testi lunghi, molto complessi ed elaborati. Per non parlare di alcuni documenti in linguaggio “burocratese”: a volte sembrano scritti apposta per confonderci!
Per ovviare a questo problema, a volte questi contenuti vengono scritti o ri-scritti in quella che viene chiamata lingua semplice. Questo linguaggio è destinato a tutta la popolazione e permette di riformulare i testi complessi per renderli più accessibili. La lingua facile, quindi, è un’ulteriore semplificazione della lingua semplice, indirizzata nello specifico a persone con disabilità cognitive. Questa è la prova che riflettere sul linguaggio in cui i contenuti digitali sono scritti serve davvero, e che può portare benefici notevoli a tutte le persone.
Tantissimi complimenti, quindi, alla provincia di Bolzano! 🙂