PNRR: inizia il processo di digitalizzazione dei Comuni
Il percorso del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) continua. Dopo i primi bandi pubblicati tra febbraio e marzo, comincia l’ambizioso progetto di digitalizzazione della pubblica amministrazione locale. Come preannunciato a fine marzo, il 4 aprile il Dipartimento per la trasformazione digitale ha pubblicato i primi tre avvisi per la digitalizzazione dei Comuni italiani. In questo processo avrà un ruolo fondamentale anche la nuovissima piattaforma PA Digitale 2026.
In questo momento la carne al fuoco è davvero tanta e si rischia di faticare a tenere il passo. Andiamo con calma, quindi. Cerchiamo di chiarire cosa sta succedendo e, soprattutto, quali sono gli obiettivi. Un piccolo spoiler: da ben 11 anni Comuni-Chiamo si sta preparando ad affiancare i Comuni in questo processo.
Tutte le risorse per la digitalizzazione dei Comuni
Complessivamente, il PNRR stanzia 2,65 miliardi di euro per la digitalizzazione delle Pubbliche amministrazioni locali. Il progetto andrà portato avanti da qui al 2026 e punta a coinvolgere 22.353 amministrazioni locali.
Vediamo come sono stati ripartiti questi fondi e a cosa sono dedicati:
- Migrazione al cloud – 1 miliardo di euro. L’obiettivo, in questo caso, è far migrare nel cloud il 75% delle PA entro il 2026;
- Pago PA e App IO – 750 milioni;
- Servizi digitali – 613 milioni;
- Identità digitale (Spid e Carta d’Identità Elettronica) – 285 milioni. In questo caso, il target è la totalità delle Pubbliche amministrazioni;
- Piattaforma notifiche – 245 milioni.
Come previsto per tutti i progetti contenuti nel piano, il 40% dei fondi è destinato al Sud Italia.
Inoltre, tutte le risorse verranno assegnate ai Comuni secondo l’ordine di prenotazione.
I primi 3 bandi e i prossimi passi
I primi tre bandi rivolti alle PA locali sono stati pubblicati il 4 aprile e hanno un valore complessivo di 400 milioni di euro. Gli avvisi – che scadranno il prossimo 2 settembre – riguardano:
- il rafforzamento dell’identità digitale attraverso SPID e Carta d’Identità Elettronica (CIE);
- la migrazione dei servizi di incasso sulla piattaforma Pago PA;
- l’attivazione del maggior numero possibile di servizi su App IO.
A fine aprile saranno resi disponibili altri fondi, questa volta dedicati alla migrazione dei Comuni al cloud. Infine, in autunno arriveranno le risorse dedicate all’implementazione della cosiddetta “piattaforma notifiche”. Si tratta di un’unica infrastruttura che permetterà alle PA di notificare gli atti amministrativi a valore legale alle persone fisiche e giuridiche.
Non sarà più necessario elaborare e presentare progetti. I fondi verranno assegnati tramite voucher, cioè somme predefinite in base a tipologia, dimensione e necessità di ogni PA locale.
Indicativamente, aderendo a tutte e 5 le misure, i piccoli Comuni potranno ricevere fino a 250mila euro. Per Comuni medi la somma massima è 800mila euro, mentre quelli più grandi potrebbero ricevere oltre 2 milioni di euro.
(Gira un po’ la testa anche a voi? Ve l’avevamo detto, la carne al fuoco è tanta).
La nuova piattaforma PA Digitale 2026
Sorge spontanea una domanda: come fare per accedere a questi preziosi fondi?
Il Dipartimento per la trasformazione digitale ha pensato anche a questo. La neonata piattaforma PA Digitale 2026 è stata creata proprio come unico punto di accesso alle informazioni e alle risorse per la transizione digitale. Qui i Comuni potranno aderire a progetti standard già predisposti, eliminando così le difficoltà insite nella creazione di programmi ex novo. Un’ottima notizia soprattutto per le amministrazioni più piccole o meno preparate a ideare progetti così complessi.
Se volete sapere come fare per registrarvi alla piattaforma e candidare il vostro ente, leggete qui.
Sotto a chi tocca
Come ha spiegato il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao
I Comuni sono più vicini alle esigenze dei cittadini e per questo devono essere considerati il punto di partenza per la trasformazione digitale della Pubblica amministrazione.
Insomma, i Comuni saranno i primi enti della pubblica amministrazione ad avere a che fare con fondi e progetti del PNRR. Non saranno di certo gli ultimi, però. L’intero processo, infatti, è stato realizzato dal Ministero in interazione costante con ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), UPI (Unione Province d’Italia) e Regioni.
Gradualmente saranno coinvolte quindi anche Regioni e Province, Aziende sanitarie locali, scuole, Università e istituti di ricerca. Gli avvisi dedicati alle scuole saranno pubblicati a fine aprile, seguiti da quelli rivolti alle Asl.
Comuni-Chiamo, un alleato nella digitalizzazione dei Comuni
Ma che ruolo ha (o potrebbe avere) Comuni-Chiamo in tutto ciò?
Dall’ormai lontano 2011 il nostro obiettivo è fornire alla Pubblica amministrazione locale strumenti digitali innovativi per ottimizzare le risorse e gestire al meglio il territorio con la partecipazione di tutti. Se all’epoca il nostro progetto sembrava un po’ un’utopia e un po’ un azzardo, oggi ci sentiamo di dire che ci abbiamo visto giusto. In questi anni abbiamo affiancato quotidianamente decine e decine di Comuni di ogni tipo, imparando da loro e migliorando i nostri servizi. Insomma, un po’ di esperienza sul campo l’abbiamo accumulata.
Crediamo fermamente che – soprattutto in un momento come questo – esperienza e competenza siano ingredienti fondamentali da considerare nel processo di innovazione e digitalizzazione dei Comuni del nostro Paese. Ecco cosa Comuni-Chiamo può offrire alle PA decise ad innovarsi:
- canale unico di ricezione delle segnalazioni;
- app gestionale dedicata a chi ha la necessità di svolgere attività al di fuori degli uffici comunali (sopralluoghi, interventi ecc.);
- smistamento automatico della segnalazione a Ufficio comunale/persona di competenza (con notevole risparmio di tempo e denaro!);
- report e statistiche periodiche per gli Amministratori;
- sistema personalizzabile per rispondere alle esigenze del Comune
- integrazione con App IO e altri software;
- elevata attenzione all’accessibilità del servizio e alla privacy;
- servizio clienti in caso di problemi;
- grafica semplice, chiara e intuitiva;
- possibilità di “aprire” il servizio alla cittadinanza, che può inviare segnalazioni di problemi attraverso web o app in modo semplice, veloce e gratuito;
- innovazione continua.
Non basta? C’è anche dell’altro, un piccolo extra finale…
In tempi non sospetti abbiamo pubblicato due eBook gratuiti sul tema dell’innovazione nella Pubblica Amministrazione. Se gli sviluppi recenti vi hanno fatto venir voglia di approfondire la questione, sappiate che entrambi gli ebook sono scaricabili liberamente da qui.
Siamo sempre più convinti e convinte che quel che facciamo è davvero importante, utile e di valore. Se lo credi anche tu – o se vuoi chiederci maggiori informazioni – , contattaci!
Ti auguriamo una buonissima giornata :).