Smart city: le novità che rendono la città più efficiente

Parlare di smart city sembra quasi una moda. Ma capire cosa sia una smart city pare talvolta impossibile, per quanto le definizioni siano articolate e complicate da tecnicismi.

Per essere semplici e chiari, una città si definisce smart quando la tecnologia è usata per introdurre cambiamenti che portano miglioramenti nella qualità di vita delle persone. Tutte le persone.

Pensare o ripensare la smart city sotto questo punto di vista ci fa capire che, in fin dei conti, non siamo davanti a qualcosa di totalmente nuovo o incomprensibile. Basta pensare per esempio a quanto possano essere risultate smart la prima rete fognaria sviluppata a Parigi, il primo sistema metropolitano di Londra o i primi bagni pubblici. Tutte grandi infrastrutture che hanno cambiato il volto delle città e lo stile di vita delle persone che l’abitavano. Impianti la cui realizzazione ha avuto un impatto enorme, che all’epoca non sarà certo passato in secondo piano, per quanto invece oggi lo diamo per scontato. Negli anni, però, la tecnologia è cambiata: oggi parlare di nuove infrastrutture significa parlare anche di molto altro, un “altro” spesso invisibile ma non meno condizionante.

ICT: prima tecnologia della smart city

Le contemporanee smart city si basano sull’ICT – Information and Communication Technology, cioè l’insieme delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione che ci permettono di creare e scambiare informazioni. Tra loro, ci sono in primis le reti di telecomunicazioni, reti fisiche di cavi grazie alle quali le informazioni circolano da un punto a un altro.

ICT - Information and Communication Technologies

Il primo passo per trasformare le nostre città in smart city, quindi, è investire nella (ri)costruzione della rete, portando la fibra ottica ovunque sia possibile. Cos’è successo in città dove investimenti strutturali simili sono già avvenuti?

Smart mobility e tele-medicina

A Montreal, in Canada, si usano il machine learning e il riconoscimento visivo per l’individuazione immediata e la conseguente tempestiva risoluzione di dissesti stradali. A Portland, in Oregon (USA) è stato sviluppato LIFT, un servizio di car sharing pubblico che aiuta negli spostamenti persone disabili o in condizioni di salute precarie, che non possono usare i normali autobus o treni. In altre città, poi, sui display alle fermate degli autobus viene segnalato quali mezzi, tra quelli in arrivo, sono predisposti per portatori di handicap, in modo che si possano far trovare in anticipo al punto di salita.

Questi sono solo primi esempi di come investimenti importanti in ICT e non solo hanno impattato su sistemi di trasporto. Ovviamente, i settori che possono trarne beneficio sono i più svariati.

Una delle prime cose che salta alla mente è l’e-learning, l’apprendimento a distanza con corsi (anche universitari) fruibili dal proprio pc, stando comodamente seduti a casa. Tuttavia, probabilmente una delle applicazioni più interessanti e che potrebbe veramente rivoluzionare la vita delle persone è la tele-medicina.

A Singapore, ad esempio, c’è un servizio che permette ai pazienti anziani di fare visite di controllo via telematica con il/la “tele-infermiere/a” assegnato/a dal proprio ospedale. Inoltre, attraverso lo sviluppo di sensori di movimento applicati sul corpo di pazienti è possibile fare sessioni di fisioterapia via telematica.

Tutte queste applicazioni da qualche parte sono già realtà. Noi cosa stiamo aspettando?